Pochi giorni prima di Natale, il 14 dicembre 2017, il Comune di Trieste e le organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori maggiormente rappresentative a livello locale (CONFEDILIZIA, UPPI, SUNIA, SICET, UNIAT, ASSOCASA) hanno rinnovato l’accordo Territoriale previsto dal Decreto ministeriale 16 gennaio 2017 del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che riguarda la stipula dei contratti di locazione ad uso abitativo a canone concordato, transitori e per studenti universitari come previsto dalla legge n. 431/1998.
Va ricordato che la legge sopra citata prevede che a fronte di un canone ridotto rispetto al cosidetto canone “libero”, la durata del contratto può essere inferiore ai 4 anni +4, ossia minimo 3 + 2.
L’accordo ha la funzione di calmierare il mercato delle locazioni e di adeguare i valori dei canoni all’andamento del mercato; già nel 2003 Trieste era stato uno dei Comuni virtuosi: all’epoca l’accordo era stato sottoscritto anche da CONFAPPI – ANIA – FEEDERCASA – ERDISU (per la parte relativa alle locazioni a studenti).
Inoltre scegliendo una di queste tipologie di contratti il proprietario può optare per il regime di tassazione della cedolare secca, con un significativo risparmio fiscale.
Ma quali sono le principali variazioni rispetto al precedente accordo?
Una novità interessante, almeno in teoria, è la possibilità di applicazione dell’accordo anche alla locazione di una porzione di immobile, ossia una stanza, o un posto letto.
Le zone in cui è stato suddiviso il territorio del Comune di Trieste sono in parte state riviste, con l’obiettivo di rendere più omogenee le aree, a cui corrispondono fasce di oscillazione del canone differenti: ad esempio un appartamento in zona Piazza della Borsa o Canale di Ponterosso, a parità di condizioni, avrà un canone più alto rispetto ad un in zona Ospedale Maggiore, o a Servola.
I canoni, o per meglio dire i valori minimi e massimi delle fasce di oscillazione, sono stati tutti aggiornati rispetto ai valori stabiliti nell’accordo del 2003 sulla base dell’andamento dell’ISTAT.
E’ stato aggiunto un nuovo elemento che consente di posizionare l’immobile nelle subfasce a canone più elevato: la Classe Energetica A o B. Si tratta di una sempre maggiore sensibilizzazione ai consumi energetici (e risparmi), perchè gli immobili che rientrano in quelle categorie a Trieste sono veramente pochi… purtroppo. Ma di questo potremmo parlarne in un prossimo articolo.
Una ulteriore novità, prevista dalla citata legge, è l’obbligo di richiedere ad almeno una delle Associazioni che hanno sottoscritto l’accordo l’attestazione di conguità di canone e contratto. Spiace che anche in questa circostanza non viene riconosciuta la professionalità degli agenti immobiliari, aggiungendo – di fatto – un ulteriore costo a carico delle parti, o come spesso avviene di prassi, a carico dell’inquilino.
Per chi volesse, utile sapere che l’intera documentazione è reperibile sul sito del Comune di Trieste, al seguente link:
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